La visione di un mondo da sfruttare e piegare ai propri fini, in una prospettiva di crescita illimitata, produce effetti concreti anche sui comportamenti individuali, con conseguenze disastrose sugli equilibri ecologici. L’attuale modello di sviluppo, fondato sugli incentivi ai consumi come principale leva dell’economia, negli ultimi decenni ha prodotto un aumento del tempo di lavoro, del precariato e dello stress e, insieme, ha via via eroso il nostro tempo libero, il tempo delle relazioni, il tempo per noi stessi e per le cose che ci sono più care.
La lista civica Fare Comune intende promuovere uno spazio economico e sociale cittadino alternativo a quello attualmente in auge, proponendo la creazione a Rimini del Distretto di Economia Solidale così come chiesto dai Gruppi di acquisto locali e da varie aggregazioni sociali. Esso presuppone che i valori dell’economia solidale orientino le attività del territorio e influiscano sulle politiche pubbliche guidandole verso scelte basate su nuovi indicatori di benessere: qualità territoriale e ambientale, qualità dei consumi e degli stili di vita, solidarietà e inclusione sociale, identità e integrazione multiculturale, partecipazione.
Si tratta, anche nella nostra città, di rivedere i processi di produzione di beni e servizi a partire dalle caratteristiche dei consumi della nostra comunità (come singoli e come organizzazioni) con una tensione a rendere gradualmente "solidali" intere filiere di produzione. Con la nascita del RI.D.E.S. si possono immaginare sinergie che si attivano dall’importante patrimonio di idee, persone, tecnologie e risorse economiche che già ora la comunità riminese è in grado di esprimere.
L’attivazione di filiere locali (Km 0) basate sui principi dell’economia solidale deve indirizzare le politiche pubbliche verso una nuova concezione dello sviluppo, attraverso:
- la promozione di forme di azionariato sociale e di gestione partecipata del patrimonio ambientale e dei servizi,
- la costruzione di reti di microcredito legate a progetti locali,
- la promozione e il sostegno dell’agricoltura di qualità come attività capace di produrre cibo locale e beni collettivi,
- forme di produzione atte sia alla manutenzione e costruzione del paesaggio sia alla valorizzazione e conservazione della biodiversità,
- il presidio del territorio.
Il distretto di economia solidale rappresentano, dunque, una forma di organizzazione territoriale (uno spazio pubblico non istituzionale), capace di attivare un processo politico e culturale che mette in discussione il ruolo trainante degli “attori forti”, orienta gli investimenti e le politiche verso progetti di sostenibilità e dimostra che i tradizionali parametri di misurazione della ricchezza possono essere concretamente superati e sostituiti con criteri più appropriati, basati sulla valorizzazione del patrimonio locale. Dal benessere genericamente inteso al vivere bene.
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