martedì 8 marzo 2011

PEDONALIZZARE IL LUNGOMARE SENZA LA SUPPOSTA GECOS-FOSTER



Crediamo che il lungomare voluto da Ravaioli e Melucci sia una occasione persa per delineare una visione della città e rilanciare il turismo. Anziché presentare nuove idee, esso non fa che incancrenire gli antichi mali che da anni stanno mettendo a dure prova la vivibilità e la ricchezza del territorio riminese. La cementificazione e la speculazione immobiliare.

Non ci convince questa operazione. A partire dall’archistar Norman Foster, che sembra più che altro un alibi per nascondere e legittimare gli interessi che circolano dietro a una riqualificazione incentrata sulla concessione di edificare uno spazio vitale per la città. È questa la questione: la costruzione del secondo grattacielo di Rimini, peraltro a ridosso del mare. La sua forma oblunga non lo rende meno digeribile nel tessuto urbano, tanto più per la sua latezza (100 metri circa) che getta un’ombra metaforica e reale sulla spiaggia di Rimini. Si tratta del compimento dell’ideologia del cemento gradualmente sempre più vicino al mare. E, ovviamente, di un nuovo grande affare dietro cui si nasconde una proposta inaccettabile e miope. Questa operazione contorta, che parte dalla coda, il tratto piazzale Kennedy-piazza Marvelli che comprende il il grattacielo-hotel, per raggiungere l’obiettivo dichiarato, riqualificare l'intero lungomare fino al porto pedonalizzandolo e interrando il parcheggio non è solo il frutto di una logica politichese tutta protesa ad anteporre i mezzi ai fini. Noi la critichiamo soprattutto per la sua scarsa lungimiranza. Acceca la popolazione con le promesse (saranno veramente mantenute?) degli immobiliaristi per ipotecare il futuro della città. Noi pensiamo che le cifre altisonanti promesse dalla Gecos non siano che briciole in cambio del permesso di mettere le mani su uno dei cuori pulsanti di Rimini. La spiaggia che dal porto arriva a piazza Malvezzi è una delle aree più preziose del tessuto sociale, culturale, storico ed economico della città. Non possiamo permetterci di svenderla. Tale area può diventare un catalizzatore per rilanciare l’intera città.

La sua riqualificazione non passa attraverso nomi internazionali di prestigio che legittimano vecchie dinamiche di appropriazione della città. Piuttosto, vi è la necessità di convogliare idee per riqualificare e pedonalizzare questa fetta di lungomare attraverso concorsi pubblici partecipati da decine, e non da una manciata, di progetti incentrati sulla riqualificazione del territorio e non sulla spartizione di lotti da edificare. Progetti che dialoghino con le aree circostanti e su cui avviare un confronto con la cittadinanza.

NO AL SECONDO GRATTACIELO DI RIMINI

SÌ A UN NUOVO CONCORSO APERTO PER LA PEDONALIZZAZIONE DEL LUNGOMARE

Nessun commento:

Posta un commento